Come depurare il fegato in modo naturale. Erbe e tisane per la salute epatica
In questo articolo ti spiegherò nel dettaglio come depurare il fegato in modo naturale, facendo uso di alcune erbe medicamentose, che la Natura ci mette generosamente a disposizione.
Prima però vorrei spendere qualche parola sull’importanza di questo organo e sul perché è così importante mantenerlo in salute.
L’importanza del fegato
Il fegato è la ghiandola più grande del nostro corpo, pesa circa 1000-1500 grammi ed è situato nella parte alta e destra dell’addome, subito sotto il diaframma.
Come probabilmente saprai già, si tratta di un organo estremamente importante per la salute di tutto il nostro organismo. Dal fegato dipendono infatti:
- una buona digestione;
- il corretto funzionamento dell’intestino;
- la perfetta assimilazione dei nutrienti presenti nel cibo;
- la formazione del glucosio, indispensabile per nutrire le cellule del corpo umano;
- la sintesi ottimale dei trigliceridi, fondamentale fonte di energia per la vita cellulare;
- la corretta produzione di fattori di coagulazione del sangue (come il fibrinogeno e la trombina) ;
- una produzione ottimale di colesterolo;
- difese immunitarie forti e reattive.
Giusto per citarne alcune.
Il fegato ci disintossica!
Il fegato è definito come l’organo emuntore per eccellenza, termine con il quale si indicano genericamente gli organi attraverso i quali vengono eliminate le scorie metaboliche e le sostanze tossiche, non utili all’organismo.
Agisce come un potente filtro “anti-tossine”, ovvero è in grado di catturare e neutralizzare numerose sostanze tossiche, introdotte tramite la respirazione, l’alimentazione e l’assunzione di farmaci.
Capisci quindi quanto è importante mantenerlo sano?
Per fortuna c’è molto che possiamo fare per mantenere in salute il nostro fegato. A incominciare da un buon stile di vita.
I nemici del fegato
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Sai come si dice? Se li conosci li eviti. Ecco dunque un elenco di quelli che potremmo definire gli acerrimi nemici del fegato:
- le bevande alcoliche;
- i cibi fritti;
- i coloranti, i conservanti e gli additivi chimici contenuti nei prodotti industriali;
- i pesticidi, gli erbicidi e tutte le sostanze chimiche utilizzate nell’agricoltura convenzionale;
- i grassi idrogenati e transgenici;
- i farmaci (tutti).
Il nemico che non ti aspetti
Da un recente studio è emerso che anche un eccessivo consumo di carboidrati (quindi dolci e cereali) può indurre una maggior produzione di trigliceridi da parte del fegato.
I trigliceridi si accumulano poi nelle cellule epatiche dando vita a quella condizione definita steatosi epatica, o più semplicemente fegato grasso.
Meglio quindi optare per il consumo di alternative a basso indice glicemico, come i legumi, i cereali integrali e naturalmente la verdura a foglia verde, che concorre a tenere bassa la glicemia.
Le erbe per disintossicare il Fegato
Oltre a seguire un corretto stile di vita ed una buona alimentazione, è possibile aiutare il fegato facendo uso di alcune erbe depurative.
Vediamo quali.
1. Aloe Vera e Arborescens
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L’Aloe è un potente depurativo, non soltanto del fegato, ma di tutto l’organismo, in quanto agisce anche sui reni, sulla pelle e sull’intestino, che sono gli altri tre organi emuntori, ovvero gli organi che si occupano dell’eliminazione delle sostanze di scarto.
Il succo di Aloe agisce facilitando enormemente l’eliminazione delle tossine mediante le feci, l’urina e la pelle. Infatti durante i primi giorni di assunzione del succo di Aloe, salta subito all’occhio un aumento sostanziale delle evacuazioni e della diuresi.
In altri casi l’azione depurativa si manifesta con l’accentuarsi di alcuni disturbi della pelle, come acne, foruncoli, orticaria, dermatiti, ecc.
Non c’è comunque da preoccuparsi, perché questi sintomi hanno in genere breve durata (tra i due e i tre giorni), per poi diminuire via via, fino a scemare completamente.
Azione antiossidante
Altra azione importantissima è quella antiossidante, data dalla combinazione di vitamine (in particolare C ed E), polifenoli ed acemannano, un polisaccaride presente soprattutto nel gel.
Come dimostrato in diversi studi, l’Aloe è in grado di proteggere le membrane cellulari dal danno ossidativo indotto dai radicali liberi.
Ad esempio, in questo studio si è dimostrata l’azione epatoprotettiva del gel di Aloe Vera, aggiunto come supplemento alla dieta.
Per raggiungere questo obiettivo sono stati effettuati studi in vivo e in vitro inducendo chimicamente dei danni epatici in ratti maschi. In vitro l’effetto è stato valutato sulla reazione indotta di perossidazione lipidica di Fenton. Una co-incubazione con gel di Aloe Vera ha ridotto significativamente la generazione di perossido lipidico nel fegato (LPO).
Successivamente, per vedere lo stesso effetto in vivo, il gel è stato somministrato per via orale ai ratti una volta al giorno per i 21 giorni consecutivi.
Dopo un’ora dall’ultima somministrazione di gel, ai ratti è stata fatta un’iniezione intraperitoneale di tetracloruro di carbonio (CCl4).
Il gel di Aloe ha dimostrato significative capacità epatoprotettive contro i danni indotti dal tetracloruro di carbonio attraverso un ripristino del perossido lipidico del fegato, delle transaminasi sieriche, della fosfatasi alcalina e della bilirubina totale che sono tornati a valori quasi normali.
In un altro studio più recente si è visto come l’Aloe Vera sia efficace nel ridurre il danno epatico nei topi con epatite indotta da acetaminofene (paracetamolo).
Quale varietà di Aloe scegliere?
Purtroppo tutti gli studi si concentrano sulla varietà di Aloe più commercializzata, ovvero l’Aloe Vera. Pochissimi sono invece gli studi condotti sulla varietà Arborescens, che pur essendo meno utilizzata a scopi puramente commerciali, presenta una concentrazione di principi attivi molto più elevata dell’Aloe Vera.
Come sottolinea anche Padre Romano Zago nel suo libro “Aloe non è una medicina…eppur guarisce”, il succo ottenuto dal frullato di foglie intere di Aloe Arborescens e miele, rispetto all’Aloe Vera, è di gran lunga più efficace sia come azione depurativa, che come antiossidante.
Perché va aggiunto il miele?
Ti ho parlato di succo di Aloe Arborescens e miele. Si tratta di un’antica ricetta brasiliana scoperta e divulgata nel Mondo da un frate, Padre Romano Zago.
La ricetta si basa sull’uso di tre ingredienti nei quantitativi elencati:
- 350 g di foglie intere di Aloe Arborescens;
- 500 g di miele biologico;
- 3-4 cucchiai di grappa (o altro distillato).
Ora ti starai chiedendo a che serve il miele e l’alcol? E’ giusto aggiungerli in presenza di una malattia seria al fegato?
Da una parte è vero che nelle patologie epatiche il consumo degli zuccheri andrebbe sempre limitato.
Tuttavia, come sottolinea Padre Zago nei suoi scritti, il miele gioca un ruolo importante nel permettere la corretta assimilazione di tutti i principi attivi presenti nell’Aloe.
L’alcol invece, afferma Padre Zago, essendo un vasodilatatore, velocizza l’entrata nel circolo sanguigno dei principi attivi, aumentando l’efficacia della ricetta. Inoltre sembra migliorare l’assorbimento intestinale dell’aloina, un antrachinone ad azione lassativa, antimicrobica ed antitumorale.
Padre Zago consiglia di eliminare l’alcol solo nei casi più gravi di patologia epatica, o cirrosi, o in caso di alcolismo.
Controindicazioni
Il succo di Aloe è controindicato alle donne in gravidanza e in fase di allattamento.
Il succo di Aloe, per la presenza di vitamina k, è controindicato a chi fa uso di farmaci anticoagulanti, come ad esempio il cumadin.
2. Cardo mariano
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Il Cardo mariano (Silybum marianum ) è una pianta perenne che cresce spontanea in molte aree del Mediterraneo.
Le proprietà benefiche del Cardo Mariano sono note sin dall’antichità: Plinio il Vecchio ne descriveva gli utilizzi e consigliava di mescolarne il succo con del miele per stimolare i flussi biliari; anche Santa Ildegarda Von Bingen, Medico erborista del Medioevo, aveva riscontrato attività che potevano essere utili alla funzione epatica e che descriveva nel suo manoscritto “Physica”
Nel corso dell’ultimo secolo, numerosi studi scientifici non hanno fatto altro che confermare le proprietà benefiche di questa pianta.
La parte medicinale del Cardo mariano sono i semi, dove è concentrata la silimarina, un composto appartenente alla famiglia dei flavonolignani con spiccata azione protettiva e rigenerante nei confronti delle cellule del fegato.
Le proprietà epatoprotettive della silimarina sono state abbondantemente dimostrate da numerosi studi scientifici, sia in vitro che in vivo, esponendo gli animali a sostanze tossiche in grado di indurre danno epatico, come l‘etanolo (alcol), la falloidina (veleno caratteristico dei funghi appartenenti al genere Amanita), il tetracloruro di carbonio, il paracetamolo e la tioacetammide.
Gli studiosi hanno così potuto apprezzare l’efficacia protettiva della silimarina ed indagarne i vari meccanismi di azione, riconducibili soprattutto alla sua capacità di aumentare la sintesi delle proteine epatiche e di inibire quella dei mediatori infiammatori e dei radicali liberi.
Come assumere il Cardo mariano?
Il modo migliore di assumere il Cardo mariano è tramite decotto.
Per un decotto si utilizza un dosaggio pari a cucchiaino di semi di Cardo mariano, che prima dell’utilizzo vanno pestati o macinati e messi poi in un pentolino con 250 ml d’acqua fredda. L’acqua con i semi andrà poi fatta bollire per circa 10 minuti. In fine si spegne, si filtra e si beve il decotto caldo, o tiepido.
E’ importante la costanza nell’utilizzo, da 2 a 4 tazze al giorno di decotto.
Controindicazioni
E’ sconsigliato l’assunzione di estratti o di decotti a base di Cardo mariano a chi è affetto da ipertensione, e da chi ha problemi di ostruzioni alle vie biliari.
3. Curcuma
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La curcuma (Curcuma longa) è una pianta il cui rizoma, dal caratteristico colore giallo, da millenni trova largo impiego nella medicina Ayurvedica e nella medicina tradizionale Cinese.
Per via delle sue innumerevoli proprietà terapeutiche negli ultimi anni ha fatto molto parlare di se anche in Occidente.
Da numerosi studi scientifici è emerso che la molecola a cui vanno attribuite la maggior parte dei benefici è la curcumina, un pigmento giallo-arancio responsabile della colorazione tipica della curcuma.
Si tratta di un sostanza facente parte della famiglia dei polifenoli, che in anni di ricerche ha dimostrato di possedere proprietà:
- Antiossidanti: in quanto protegge le membrane cellulari dagli effetti nocivi dei radicali liberi dell’ossigeno;
- Antinfiammatorie: riduce l’espressione di enzimi coinvolti nello sviluppo della cascata infiammatoria;
- Antitumorali: da un lato inibisce il processo di neoangiogenesi e dall’altro induce il processo apoptotico (suicidio programmato delle cellule malate).
Epatoprotettivo
Recentemente le attenzioni dei ricercatori si sono soffermate sulle presunte proprietà epatoprotettive di questa molecola. Da un importante studio, pubblicato nella rivista Drug Research, è emerso che l’azione antiossidante della curcumina svolge un importante ruolo nella prevenzione e nel trattamento della steatosi epatica non alcolica.
In questo studio, i ricercatori hanno valutato gli effetti di un’integrazione con curcumina in alcuni pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica.
Questi ultimi sono stati suddivisi in due gruppi: un primo gruppo di 52 pazienti ha ricevuto un placebo, mentre il secondo gruppo di 50 pazienti è stato sottoposto ad integrazione con curcumina, fino a 1 g al giorno.
Dopo 8 settimane di integrazione, i ricercatori hanno riscontrato dei risultati positivi nei pazienti sottoposti ad integrazione con curcumina. Hanno notato un miglioramento della condizione del fegato, con una significativa riduzione dei livelli di grassi.
Inoltre hanno mostrato una diminuzione dei livelli di marcatori patogeni, quali i livelli di aspartato aminotransferasi e alanina aminotransferasi. Rispetto ai pazienti del gruppo di controllo, i pazienti sottoposti ad integrazione con curcumina avevano anche perso peso e girovita.
Azione coleretica e colagoga
Un altro motivo per cui la curcuma fa bene al fegato è per la sua azione coleretica (cioè l’aumento della produzione di bile da parte delle cellule epatiche) e colagoga (che stimola la secrezione di bile dalla cistifellea).
Dal momento dell’assunzione di curcuma è stato quantificato in un aumento di produzione di bile del 62%. Si è inoltre visto come la curcuma determina la formazione di una bile molto più ricca di sali biliari e meno in colesterolo, fattore che ne favorisce quindi la solubilizzazione.
In questo modo diventa evidente che viene facilitata la digestione di pasti abbondanti e ricchi di grassi. Inoltre il miglior svuotamento della cistifellea favorisce l’eliminazione dei calcoli biliari e ne riduce notevolmente la formazione.
Come assumere la curcuma?
La curcumina ha un grosso problema: è una sostanza scarsamente biodisponibile.
In parole semplice è difficilmente assimilabile dal nostro organismo.
Per aumentare la biodisponibilità della curcumina, l’assunzione di curcuma andrebbe sempre associata a del pepe nero, poiché si è visto che la piperina (principi attivo presente nel pepe nero) interferisce con la coniugazione della curcumina a livello del fegato, migliorando notevolmente la biodisponibilità di questa molecola.
Controindicazioni
L’assunzione di curcuma e di curcumina è controindicata in caso di litiasi biliare e di ostruzione alle vie biliari.
4. Altre erbe per depurare il fegato
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Esistono numerose erbe che agiscono migliorando la funzionalità epatica e in particolare la produzione di bile (azione coleretica) e la secrezione di bile da parte della cistifellea (azione colagoga).
Ad esempio tutte le verdure amare, come la cicoria, il radicchio rosso e il carciofo.
Come erbe da tisana sono rinomate per la loro azione depurativa il tarassaco (foglie e/o radici), il rosmarino (foglie) e l’ortica (foglie).
Spesso il mix di varie erbe con proprietà simili hanno un’azione sinergica. Ciò significa che il risultato finale della miscela, sarà di gran lunga superiore da ciò che si potrebbe pensare di ottenere dalla somma dei singoli elementi.
E’ il caso della tisana che abbiamo chiamato “Super Detox“, composta dall’abbinamento delle tre erbe di cui ti ho appena parlato, insieme alle foglie di Aloe Arborescens e ad altre due erbe, ovvero la salvia e i semi di anice, che oltre ad avere un importante azione depurativa, vanno ad agire anche sui problemi di cattiva digestione e di gonfiore addominale.
La tisana Super Detox ha una spiccata azione depurativa sul fegato, decisamente superiore ai benefici ottenibili dalle erbe utilizzate singolarmente. E’ ottima sia per la prevenzione, sia per il trattamento di varie problematiche del fegato.
Tutte le erbe elencate sono di nostra coltivazione, 100% naturali senza l’uso di erbicidi, pesticidi o solfiti di alcun genere.
Controindicazioni
Avendo un’azione colagoga e coleretica, la tisana Super Detox è controindicata alle persone con problemi di ostruzioni alle vie biliari.
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