Migliora memoria e concentrazione con l’aiuto di queste 5 erbe
Che il tu abbia bisogno di migliorare memoria e concentrazione in vista di un esame, o che la tua esigenza sia quella di prevenire il declino cognitivo legato all’età, sono sicuro che l’articolo che ti appresti a leggere ti sarà molto utile.
Infatti la natura ci mette a disposizione numerose piante che hanno la capacità di aiutarci in tale ambito.
Vediamo insieme quali sono le più importanti.
1. Ginkgo biloba
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Il ginkgo biloba è un maestoso albero che può crescere fino a 30 metri di altezza. Originario dell’Asia, in particolare della Cina sud-orientale, viene coltivato principalmente in Cina, Giappone e Corea. Al giorno d’oggi, si può ancora trovare ai quattro angoli del globo perché è apprezzato per le sue qualità ornamentali nei parchi e nei giardini delle nostre città.
Si pensa che questo albero esista sul nostro pianeta da 270 milioni di anni. È quindi la specie arborea più antica. Si stima inoltre che sia una delle piante più longeve, in grado di vivere più di 1000 anni. Con un’eccezionale resistenza, il ginkgo biloba può sopravvivere in condizioni estreme ed è stata la prima specie vegetale a rinascere a Hiroshima, dopo la bomba atomica.
In ambito fitoterapico si utilizzano le caratteristiche foglie a forma di ventaglio. Le foglie del Ginkgo contengono glucosidi flavonoidici (come kampferolo, quercetina, isoramnetina, acido cumarico, catechine, proantocianidine ecc.), noti per la loro azione antiossidante. Inoltre le foglie sono ricche di derivati terpenici (ginkgolidi e bilobalide) e di acidi ginkgolici.
Proprietà e benefici del Ginkgo biloba
MIGLIORA LE FUNZIONI COGNITIVE
Il Ginkgo biloba è noto per avere proprietà nootropiche, ovvero è in grado di migliorare le funzioni cognitive. Infatti, i flavonoidi contenuti nelle foglie dell’albero sono benefici per l’attenzione, la memoria di lavoro e la velocità di elaborazione psicomotoria [1]. Uno studio [2] condotto nel 2002 su 262 pazienti di età pari o superiore a 60 anni ha dimostrato i suoi benefici nootropici. Le persone a cui è stato somministrato un estratto dell’albero hanno sperimentato un miglioramento della memoria, dell’attenzione, della concentrazione e persino del benessere.
COMBATTE DEMENZA SENILE ED ALZHEIMER
L’OMS [3] cita diversi studi che indicano come il Ginkgo biloba possa avere un effetto benefico contro la demenza senile. Uno studio tedesco [4] è stato condotto su 410 pazienti con demenza moderata (morbo di Alzheimer o demenza vascolare) associata a sintomi neuropsichiatrici. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza della somministrazione orale di 240 mg al giorno per 24 settimane di un estratto dell’albero su questi pazienti. I risultati hanno dimostrato che questo trattamento era sicuro e migliorava significativamente la qualità della vita, la funzione cognitiva e le attività della vita quotidiana dei pazienti.
Altre proprietà e benefici che gli sono stati riconoscuti:
- Migliora la circolazione: rafforza i vasi sanguigni e migliora la circolazione, prevenendo la fragilità capillare, le vene varicose, la cellulite e la ritenzione idrica.
- Azione antiossidante: il Ginkgo contiene numerose molecole con proprietà antiossidanti, ovvero in grado di contrastare i radicali liberi, che sono tra le principali cause di tutti i processi di invecchiamento.
- Può ridurre le vertigini: da diversi studi in doppio ceco è emerso che il Ginkgo è potenzialmente in grado di ridurre la sensazione di vertigini
- Favorisce la salute degli occhi: grazie ai principi attivi che lavorano migliorando la microcircolazione sanguigna negli occhi, combatte i danni dei radicali liberi che possono deteriorare la cornea, la macula e la retina.
2. Brahmi
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Il Brahmi, nome botanico Bacopa monnieri, è una piccola piantina acquatica che cresce nelle aree paludose di tutta l’Asia, nonché nel Sud America, nelle Hawaii e in Florida. E’ una pianta molto utilizzata dalla medicina tradizionale Indiana (Ayurveda), proprio in virtù dei suoi effetti positivi sulla memoria a breve e medio-lungo termine, ma non solo.
La parte utilizzata sono le piccole foglie carnose, che contengono principi attivi quali alcaloidi (in particolare il bramino e l’apigenina), flavonoidi, e 12 tipi diversi di bacosidi (saponine steroidee) tra cui i bacosidi A e B.
Proprietà e benefici del Brahmi
Antichi scritti ayurvedici raccomandano l’uso della bacopa per il trattamento di vari disturbi intellettivi e cognitivi come la depressione, problemi di memoria e disturbi dell’attenzione. Le ricerche finora svolte dagli scienziati, sembrano confermare alcune delle proprietà attribuitegli da secoli dalla medicina tradizionale indiana.
In particolare si è visto che il Brahmi è in grado di aumentare i livelli di acetilcolina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo fondamentale nelle funzioni di apprendimento e memoria, migliorando la funzione cognitiva [5].
Questo perché la pianta inibisce l’azione dell’acetilcolinesterasi, l’enzima che metabolizza l’acetilcolina e attiva la colina acetiltransferasi, l’enzima che ne permette la sintesi [6]. Pertanto il Brahmi mette il corpo in uno stato di riposo e consente una migliore percezione e memoria. Inoltre i ricercatori hanno rilevato che la pianta del Brahmi aiuta i neuroni a ramificarsi, con conseguente miglioramento della memoria e dell’apprendimento [7].
Infine, la bacopa monnieri, grazie ai suoi composti principali, i bacosidi, ha proprietà antinfiammatorie riducendo la produzione di citochine e di ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS), che è coinvolta nel processo di infiammazione [8].
Altre proprietà e benefici che gli sono stati riconoscuti:
- Aiuta in caso di disturbi dell’attenzione e dislessia dei bambini: dagli studi è emerso che il Brahmi può aiutare nel trattamento di bambini e adolescenti con problemi di difficoltà linguistiche, disturbi dell’attenzione e iperattività.
- Azione ansiolitica: il Brahmi può sembra aumentare i livelli di serotonina e GABA, neurotrasmettitori che migliorano l’umore e consentono un migliore controllo dell’ansia.
- Riduce le infiammazioni gastrointestinali: grazie alle sue proprietà antinfiammatorie ed antismaspodiche, il Brahmi può migliorare la salute dell’intestino e dello stomaco, di sindrome dell’intestino irritabile, gastrite ed ulcere gastriche. Aiuta infatti a ridurre l’infiammazione e gli eccessivi spasmi delle mucose gastrointestinali.
- Può ridurre le crisi epilettiche: il Brahmi sembra avere anche proprietà antiepilettiche, in quanto sembra sia in grado di calmare il cervello iperattivo. Queste proprietà antiepilettiche sono dovute, secondo gli studi, alla capacità di questa erba di ridurre i livelli di glutammato e aumentare i livelli di GABA.
3. Hericium erinaceus
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L’Hericium erinaceus è un fungo commestibile originario dell’Asia, dell’Europa e del Nord America. La sua particolare forma lo rende facile da riconoscere, si presenta infatti sotto forma di filamenti bianchi da 3 a 5 cm che cadono a cascata ricordando la criniera del leone. Infatti in Asia è conosciuto anche con i nomi di “criniera di leone”, o “testa di scimmia”.
L’Hericium è ampiamente utilizzato nella farmacopea asiatica e nella micoterapia, in particolar modo per i suoi effetti benefici sull’apparato gastrointestinale e sul cervello, oltre che che per l’azione immunomodulante dei suoi betaglucani.
Proprietà e benefici dell’Hericium
Il corpo fruttifero dell’Hericium erinaceus contiene numerosi principi attivi quali: polisaccaridi (come l’erinacina H), betaglucani, amminoacidi essenziali, acido sialico, steroli (ergosterolo e beta-sitosterolo), superossido dismutasi, vitamine del gruppo B e provitamina D, sali minerali (zinco, potassio, ferro, germanio, selenio e fosforo) e fattori neutrofici che sembrano stimolare la crescita neuronale (NGF).
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Grazie a questo mix unico di principi attivi, l’Hericium gode di diverse proprietà importanti.
In particolare l’Hericium erinaceus promuove la salute generale del cervello migliorando le funzioni cognitive come la memoria e la concentrazione, e dagli studi lo si è visto soprattutto nelle persone affette da Alzheimer e Parkinson.
Da uno studio giapponese condotto su uomini affetti da lieve deterioramento cognitivo e con un età compresa tra i 50 e gli 80 anni, si è visto che il consumo regolare di Hericium erinaceus ha migliorato la funzione cognitiva [9]. Da notare che la funzione cognitiva è diminuita direttamente dopo l’interruzione del trattamento, suggerendo la necessità di una somministrazione regolare.
Ulteriori studi hanno confermato che l’Hericium sembra agire contro la demenza nelle persone affette da Alzheimer e nelle persone con decadimento cognitivo lieve [10].
Per comprendere l’azione dell’Hericium erinaceus contro il morbo di Alzheimer, è utile ricordare la fisiopatologia di questa malattia. Questo perché i livelli di acetilcolina (ACh) diminuiscono naturalmente con l’età e nel caso del morbo di Alzheimer, i livelli di ACh possono diminuire fino al 90%. Pertanto, la maggior parte dei farmaci per l’Alzheimer agiscono aumentando i livelli di acetilcolina. Tuttavia, secondo uno studio, l’Hericium erinaceus aumenta i livelli di acetilcolina e colina acetiltransferasi, il principale enzima per la sintesi dell’ACh, nel sangue e nell’ipotalamo [11]. Inoltre, l’Hericium previene la perdita della memoria spaziale a breve termine e del riconoscimento visivo, uno dei principali disturbi causati dalla malattia [12].
Allo stesso modo, l’Hericium sembra agire riducendo il carico di placca amiloide, un aggregato solitamente composto da peptide beta-amiloide che si forma attorno ai neuroni e contribuisce alla degradazione cerebrale nei pazienti affetti da Alzheimer [13]. In questo senso, l’Hericium è in grado di proteggere i neuroni dalla neurotossicità causata da queste placche di beta-amiloide.
Inoltre l’Hericium erinaceus sembra partecipare alla rigenerazione dei nervi. Infatti, secondo diversi studi scientifici, questo fungo migliora la crescita e la rigenerazione dei nervi nel cervello e nel resto del corpo [14]. Allo stesso modo, promuove la produzione del fattore di crescita nervoso (NGF) [15].
4. Cordyceps sinensis
Ancora sconosciuto ad alcuni, il Cordyceps sinensis sta diventando sempre più popolare in Europa e in America.
Il Cordyceps sinensis è un fungo parassita che cresce negli altopiani tibetani, in Cina, in Bhutan e in Nepal ad altitudini comprese tra i 3000 e i 5000 metri. Si tratta di un fungo piuttosto singolare perché infetta le larve di farfalla in autunno e si nutre del corpo del bruco, mantenendo così la sua forma fino alla fine dell’inverno.
Questo fungo occupa un posto importante nella farmacopea e nella Medicina tradizionale cinese grazie alle sue proprietà , in particolare nel migliorare la vitalità, la concentrazione, l’energia, la resistenza e la potenza fisica.
Consumato per secoli, questo singolare fungo ha guadagnato fama mondiale nel 1993 ai Campionati Mondiali di atletica leggera, quando gli atleti cinesi hanno stabilito diversi record mondiali in varie discipline. Sospettati di doping, alla fine hanno rivelato di aver introdotto il Cordyceps nella loro dieta.
Benefici e proprietà del Cordyceps
Nel Cordyceps c’è una vasta gamma di composti attivi importanti come: nucleosidi (in particolare cordicepina, adenosina e mannitolo), acido corticiclopico (D-mannitolo), aminoacidi essenziali e non essenziali, vitamine E, B1, B2 e K, betaglucani, minerali e oligoelementi (rame, zinco, potassio, calcio, magnesio, selenio, manganese) e steroli tra cui l’ergosterolo (precursore della vitamina D).
Il Cordyceps sinensis contiene betaglucani noti per le proprietà immunomodulanti, antiossidanti ed antinfiammatori. Oltre a questo è molto ricercato per le sue proprietà energetiche, sia sul fisico, che sulla mente.
Infatti questo fungo ha dimostrato di avere un effetto anti-fatica [16], e come tale può essere utilizzato per migliorare il benessere delle persone anziane o in stato di convalescenza.
Non solo, da recenti studi si è visto che il Cordyceps sinensis può avere benefici anche sulla memoria. Da studi [17] è emerso che nel trattamento del morbo di Alzheimer il Cordyceps sembra migliorare la memoria e l’apprendimento, e arrestare il decadimento cognitivo.
Queste le conclusioni del prof. Chiba e di un gruppo di scienziati dell’Università di Medicina di Tokyo. Dai risultati ottenuti, il Cordyceps, aumenta la sostanza (il carbacolo) necessaria per i ricordi nelle aree cerebrali della memoria.
Nel corso del lavoro speriementale, gli scienziati hanno riscontrato che nella demenza alcune cellule del cervello non rispondono più adeguatamente agli stimoli necessari nel funzionamento del circuito dei ricordi.
Il Cordyceps sinensis, cambia le cose in uno delle principali centri dei ricordi (ippocampo), stimolando quella sostanza (carbacolo) che serve ai neuroni per far funzinare meglio la memoria ed anche l’apprendimento di nuove informazioni.
Il Cordyceps ha dimostrato l’utilità nel corso di vari esperimenti condotti sperimentalmente sui topi da laboratorio.
5. Rosmarino
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Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è una delle piante aromatiche più utilizzate al Mondo, almeno in ambito culinario.
Il suo utilizzo di tipo fitoterapico è sicuramente meno conosciuto e apprezzato. La pianta gode di numerose proprietà benefiche per l’organismo: ha proprietà digestive, depurative, coleretiche (favorisce la produzione di bile) ed antiossidanti.
Nella medicina popolare è inoltre nota da secoli l’azione rinforzante che questa pianta ha sulla memoria. Soprattutto nell’antica Grecia il rosmarino veniva utilizzato per migliorare la memoria e la concentrazione durante gli studi.
Oggi la Scienza non ha fatto altro che confermare queste sue peculiarità.
Da uno studio del 2018, pubblicato su Journal of Psychopharmacology [18], si è visto che una bevanda di estratto concentrato di rosmarino, è in grado di migliorare le prestazioni cognitive e la memoria.
Mark Moss della Northumbria University e i suoi colleghi hanno studiato l’effetto di una bevanda contenente un estratto e un idrolato di rosmarino sugli aspetti del funzionamento cognitivo e sulla risposta vascolare cerebrale.
Lo studio è stato condotto su 80 persone che sono state assegnate in modo casuale a consumare 250 ml di acqua di rosmarino o acqua minerale regolare. Quindi, 20 minuti dopo l’ingestione, hanno eseguito una serie di test cognitivi che valutano la capacità di conservare e manipolare le informazioni (memoria di lavoro).
I livelli cerebrali di emoglobina totale, ossigenata e deossigenata all’inizio e durante la procedura di test cognitivo sono stati misurati mediante spettroscopia.
Nel gruppo che ha bevuto acqua di rosmarino, è stato osservato un miglioramento medio del 15% della capacità di ricordare le informazioni e di svolgere compiti cognitivi, nonché un aumento del livello di globuli rossi deossigenati nel flusso sanguigno cerebrale. Ciò indica, secondo i ricercatori, che il cervello sta ricevendo l’energia di cui ha bisogno per svolgere il compito in modo più efficiente.
Cinque piante in un’unica soluzione
Perché scegliere quando si possono assumere tutte queste erbe in un’unica soluzione?
La Medicina Cinese ci insegna da secoli che la sinergia di più erbe funziona molto meglio della pianta singola. Per questo Erbe di Mauro ha realizzato un integratore alimentare a base di queste cinque piante, specificatamente pensato per chi vuole rinforzare la propria memoria e la concetrazione, o semplicemente per prevenire il declino cognitivo che può colpirci con l’avanzare dell’età.
Abbiamo chiamato questo prodotto “Mente Viva” ed è un prodotto in capsule, contenente per l’appunto le cinque piante dell’articolo:
- Ginkgo biloba;
- Brahmi (Bacopa monnieri);
- Hericium erinaceus;
- Cordyceps sinensis;
- Rosmarino (Rosmarinus officinalis).
Il prodotto è 100% naturale e vegetale e non contiene alcun tipo di conservante chimico, addensanti, correttori di acidità, eccipienti, maltodestrine o altre sostanze strane e potenzialmente tossiche, che spesso vengono aggiunti in altri integratori. L’integratore Mente Viva lo trovi sul sito di Erbe di Mauro.
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